Spiagge libere e COVID 19

alcuni consigli su come organizzarle

Quella del 2020 sarà l’estate più caotica, anomala che avremmo vissuto nella nostra vita. Poi passerà e ne rideremo ma ora l’estate è alle porte e l’intero settore deve organizzarsi.

A quanto sembra le spiagge verranno normate e regolamentate per fare fronte al COVID-19, il Corona Virus. La prima regione ad aver elaborato qualcosa in merito è la Regione Marche. Sono norme che traslano nella vita di mare le norme finora applicate nella vita all’aperto.

Le riassumiamo:

  • REGISTRAZIONE E ORARI PER INGRESSI SCAGLIONATI
  • EVITARE L’USO DI BANCONOTE, SÌ CARTE DI DEBITO E CREDITO
  • DISTANZE: 5 MT TRA LE FILE E 4,50 MT TRA OMBRELLONI
  • DAL BEACH VOLLEY AL PING PONG, VIETATE LE ATTIVITÀ LUDICHE
  • DISTANZA ANCHE DENTRO L’ACQUA, I BAGNINI VIGILERANNO DALLA RIVA
  • SANIFICAZIONE CON DETERGENTI E PRODOTTI A BASE DI CLORO.
  • TELI, DOCCIA E IGIENIZZANTI. LE REGOLE DOPO IL BAGNO
  • NIENTE FESTE E BALLI, DIVERTIMENTO ALL’OSSO
  • C’È IL DIVIETO ASSOLUTO DI SCAMBIARSI I LETTINI
  • PERCORSI DEDICATI PER GLI SPOSTAMENTI
  • IL LITORALE OFF LIMITS DALLE 23 ALLE 6
  • BAR E RISTORAZIONE SECONDO IL REGOLAMENTO
  • I PIÙ PICCOLI A RISCHIO, ATTENZIONE ALLA SABBIA
  • REGOLE DA AGGIORNARE IN CASO DI NECESSITÀ

L’organizzazione delle concessioni private può sembrare più semplice. O, meglio, è più semplice organizzare i bagnanti e le procedure. Sembra però un’attività più complessa la regolamentazione dell’attività balneare sulle spiagge libere a tal punto che alcuni Comuni stanno ipotizzando la chiusura delle stesse.

La chiusura delle spiagge libere quali effetti porterebbe? La prima cosa da chiedersi è: verrebbe veramente rispettata? Si rischierebbero tensioni costanti fra le forze di polizia ed i bagnanti. In secondo luogo ci sarebbero polemiche costanti verso i concessionari che andrebbero ad aumentare la tensione di cui questa estate sarà già carica.

Gli esperti dicono che dovremmo continuare a utilizzare mascherine e distanziamento sociale per ancora qualche mese in modo da tenere indice di contagio basso tendente a zero.

Abbiamo provato a immaginare la migliore delle estati possibili che tuteli la salute e l’accesso, anche nelle spiagge libere. Ci vogliono risorse e cooperazione. Ci vuole disciplina perché se l’indice di contagio riparte si torna in chiusura, LOCKDOWN,  totale il che vorrebbe dire la peggiore delle estati possibili.

Le spiagge libere devono essere aperte e possibilmente dotate del servizio di salvataggio (argomento del quale abbiamo già parlato con la nostra Campagna Spiagge Sicure).

Le persone, i bagnanti, conoscono i pericoli del COVID-19, cosa fare e cosa non fare, per cui verranno in spiaggia già mentalmente predisposte ad accettare regole.

Ecco qualche consiglio su come organizzare al meglio la vita da spiaggia nelle spiagge libere.

Se la spiaggia libera è di GRANDI DIMENSIONI e c’è la possibilità per le persone di distribuirsi in modo adeguato non ci sono grandi problemi.

Sarà sufficiente apporre dei cartelli dove si richiede alle persone di mettersi alla dovuta distanza, evitare assembramenti, indossare la mascherina nelle zone di passaggio come, ad esempio la battigia.

Se la spiaggia libera è di PICCOLE DIMENSIONI le precauzioni devono essere superiori. Parliamo di spiagge che tendono a riempirsi “a tappo” e non soltanto sulla battigia ma nella sua interezza. Chiunque conosca la propria città, dal bagnino al Sindaco, sa se questa tipologia di spiaggia è presente nel suo territorio.

Si consiglia quindi di:

  • suddividere la spiaggia in rettangoli avvalendosi di picchetto e nastro bianco e rosso;
  • indicare con appositi cartelli la capienza massima di ogni rettangolo a seconda di quanto predisposto dall’Ente Regionale e Comunale;
  • prevedere la presenza di steward incaricato di pubblico servizio che verifichi il rispetto delle regole e che allontani chi non le rispetta;
  • prevedere la presenza di personale della Polizia Locale che dichiari la spiaggia al completo, quando al completo, e cooperi con lo steward.

Nel caso di spiagge libere attrezzate l’utilizzo di bagni e altri servizi deve essere normato come per gli altri pubblici esercizi.

Ulteriori elementi di aiuto possono essere:

  • live webcam su website del Comune  (ovviamente, che non permetta il riconoscimento delle persone) che inquadri la spiaggia così che i bagnanti possono capire se è il caso di utilizzarla o meno,
  • altrimenti un servizio di comunicazione via social che comunichi quando la spiaggia è al completo. Invitando i bagnanti a optare per altre soluzioni.

A meno che la situazione non evolva per il meglio, i movimenti nella spiaggia e lungo la battigia dovranno essere fatti con la mascherina. Questo vale per tutti, anche per gli stabilimenti privati ma speriamo che il destino sarà dalla nostra parte e presto non avremmo più bisogno di questo dispositivo!

L’igienizzazione/sanificazione della sabba non è necessaria. Gli esperti rassicurano che la combinazione temperature e sale riduca al minimo la possibilità di permanenza del virus. Se si tratta però di una spiaggia libera attrezzata che noleggia lettini o altre strutture avrà il compito di igienizzarle come ogni stabilimento privato.

Sono misure straordinarie che richiedono coordinazione, disciplina e alcuni investimenti da parte delle Amministrazioni Locali ma che altra soluzione abbiamo?