Lo specialista del soccorso al traumatizzato in acqua
Intervista all’Istruttore FISA Cannizzaro
E’ bello parlare con qualcuno che ne sa più di noi. Questo vale riguardo a qualsiasi tema si affronta in una conversazione. Ma quando si parla di salvataggio vale ancora di più perché ti rendi conto che la meticolosa preparazione specialistica dell’interlocutore ti arricchiscono ad ogni ascolto!
Ciao Francesco, come ti sei avvicinato al mondo del salvataggio?
Sono venuto a contatto con questo mondo o meglio con questo “stile di vita” da ragazzo quando iniziai a frequentare la piscina comunale di Rende (CS) dove sono “sportivamente” cresciuto e dove già nel settembre del 1992 a soli diciassette anni nel pomeriggio davo una mano con i non galleggianti al mio istruttore nella scuola-nuoto, un paio di anni dopo un allenatore mi fece appassionare al Salvamento Agonistico e quasi contestualmente mi avvicinai all’”arte” del Salvamento Professionale.
Nel 1996 la mia prima esperienza stagionale, da Assistente Bagnanti, presso uno dei più grandi parchi acquatici del sud-Italia dove ancora oggi lavoro come responsabile degli Assistenti Bagnanti, degli Acqua-scivoli, del controllo e trattamento acqua delle piscine.
Grazie al lavoro nel parco acquatico sono venuto a contatto con un’altra realtà di soccorso acquatico, il soccorso del traumatizzato in piscina ed è proprio in questo che mi sto specializzato.
Insieme al mio amico Medico “Urgentista” e in collaborazione altri Soccorritori professionisti stiamo portando avanti uno studio su come comportarsi in piscina nel caso ci sia un trauma o un sospetto trauma spinale e quindi su come intervenire nel minor tempo possibile con una barella spinale in modo da limitare i danni alla colonna. Potete vedere il video a questo link.
Cosa ti piace di più di questo mondo?
Tutto… è chiaro!! altrimenti non se ne può far parte!
C’è qualcosa che cambieresti dall’attuale sistema di certificazione dei brevetti?
La poca importanza che si da alla formazione post-corso, io renderei obbligatori gli aggiornamenti, i corsi di re-training e di specializzazione, una sorta di formazione continua come nelle professioni sanitarie.
Mezzo di salvataggio preferito?
Il “Bay-watch” ovvero il rescue-tube.
C’è un salvataggio che meglio ricordi?
Nessuno in particolare, ma è molto gratificante quando incontri per strada qualcuno che hai aiutato e si ricorda di te.
Come hai conosciuto la FISA?
Ne avevo sentito parlare della FISA già una diecina di anni fa’. Io sono stato formato come Maestro di Salvamento nel 1998 e dopo sedici anni ho deciso di cambiare federazione e di entrare a far parte della FISA (o meglio di chiedere di farne parte). Ad oggi sono felicissimo di aver telefonato quel sabato sera di tre anni fa’ al Presidente Perrotta.
Perché consiglieresti ad un ragazzo o una ragazza che vuole diventare bagnino di scegliere FISA?
Semplice, perché in FISA non si smette mai di imparare e di apprendere nuove tecniche e protocolli d’intervento, è un ambiente dinamico e in continua evoluzione….
Un insegnamento che ritieni fondamentale trasmettere ai tuoi allievi?
Superare l’esame del Brevetto è solo il primo passo per poter diventare un Soccorritore Acquatico…
Un allievo o un gruppo di allievi che ricordi con piacere? Che ti hanno sorpreso?
Non né ho uno in particolare, ma mi emozionano tutti i miei ex allievi che in un intervento collaborano tra di loro e si capiscono già solo con uno sguardo.