Le criticità della riforma del salvataggio con il decreto n. 85 del 29 giugno 2024

Come abbiamo visto Il decreto n. 85 del 29 giugno 2024 emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riorganizza il settore del salvataggio e fissa nuove regole per diventare assistenti bagnanti e per rinnovare il brevetto.

Sono anni che si parla di una riforma del settore ma quali sono le ragioni? Un legislatore che si appresta alla modifica di un settore dovrebbe innanzitutto portare numeri e criticità che giustificano e necessitano l’entrata in vigore di una nuova legge o riforma.

Questo ragionamento vale per ogni settore di una società evoluta ed organizzata.

Quali sono, quindi, i numero in possesso del legislatore? Quali sono le criticità?

In Italia non si registrano dati importanti di annegamenti nelle zone sorvegliate dagli assistenti bagnanti né si registrano problemi di carattere burocratico riguardo la formazione dei nuovi assistenti bagnanti ed i rinnovi. Le associazioni che erogano i corsi hanno una capillarità territoriale in grado di soddisfare la domanda di formazione degli aspiranti assistenti bagnanti.

Si è però registrata negli anni la crescente richiesta di maggiore professionalità da parte degli assistenti bagnanti e di adeguamento dei mezzi e protocolli.

A cosa serve una riforma e perché una riforma? Quali numeri ha il legislatore e quali esigenze hanno spinto a questa legge oltretutto creata con un Decreto, quindi con carattere di urgenza?

Andando ad analizzare area per area il decreto, ci sorgono queste domande:

enti/associazioni erogatori.
Riducendo ad uno (cioè alla FIN) , sostanzialmente, gli enti che erogano i brevetti si andranno a perdere un 60%, stimiamo, di istruttori addetti alla formazione e rinnovi dei brevetti. Riusciranno i formatori rimasti sul campo a garantire la erogazione dei corsi ed il sistema dei rinnovi? A far sì cioè che il sistema turistico-balneare abbiamo quelle risorse di personale necessarie per far partire la stagione 2025 in sicurezza?
Perché si è ravvisata questa necessità (di riduzione delle associazioni erogatrici) dopo che con la tentata riforma del 2016, poi annullata, si era invece proceduti a liberalizzare il sistema dei brevetti dando quindi ad un numero maggiore di enti ed associazioni (oltre alle storiche FIN, FISA ed SNS) la possibilità di erogare corsi?
C’è una logica? Quale?
– età minima e massima per poter conseguire il brevetto;
L’innalzamento dell’obbligo a 18 anni per svolgere il lavoro di assistente bagnanti è una delle poche migliorie di questo decreto andando a sanare un pericoloso vulnus che vede, o vedeva, persone minorenni esercitare un mestiere con grandi responsabilità di carattere penale. Nel caso di negligenza o imperizia del bagnino minorenne chi ne avrebbero risposto di fronte alla legge?
Il limite dei 50 anni per conseguire (attenzione, non per rinnovare) il brevetto è un limite senza molto senso,  forse figlio della mentalità di un paese – l’Italia – in cui non è previsto “rinnovarsi” o “cambiare vita”. Basta pensare ai limiti di età posti per l’accesso alle Forze Armate o la rigidità dei percorsi scolastici che troppo nettamente dividono i giovani in discipline per “andare a lavorare” (istituti industriali) o “per prepararsi all’università” (licei).
Come se un cinquantenne in forma non potesse più reinventarsi e cimentarsi in un altro lavoro. Tutto questo dopo una ventennio quasi, dalla crisi economica del 2008, in cui si è cercato di instillare nella società l’idea che il “posto fisso” non esista più e bisogna continuamente reinventarsi, fare corsi e fare mestieri in cui c’è richiesta di lavoratori.
– modalità di rinnovo del brevetto di salvataggio.
Questo è uno dei punti più interessanti del decreto che va ad introdurre delle prove per il rinnovo.
E’ una cosa giusta richiedere a dei professionisti che fanno del loro corpo e della loro conoscenza natatoria lo strumento per il salvataggio di altre vite (oltre alla loro salvezza) uno standard minimo di prestazione fisica? Non ci addentriamo sulle prove ed i tempi richiesti … ma questo ci sembra il minimo! Capiamo che possa rappresentare una scocciatura per molti colleghi ma siamo sicuri che con un piccolo sforzo siano superabili anche dai veterani!
Finalmente arriva anche la richiesta di presentare un certificato medico sportivo e non più il vecchio ed inutile “sana e robusta costituzione”. Una visita al cuore, ogni tanto, per gente che è sottoposta a varie sollecitazione fisiche è sicuramente una cosa positiva.
Così come pretendere l’attestato di BLSD in corso di validità. Chi vuole essere un professionista del soccorso sa che almeno una volta all’anno deve esercitarsi su un manichino e rivedere le procedure. Stiamo parlando dei minimi fondamentali.
Ogni quanto è prevista questa procedura di rinnovo? Ogni tre anni come oggi? No, ogni 5 anni! Sembra infatti che il decreto imponga questa procedura di rinnovo ogni 5 anni, quindi da una parte si esigono delle prove di atleticità in acqua, certificati medici e BLSD ma soltanto ogni 5 anni!
Come se lo standard fisico e la sua conoscenza del BLSD restassero immutati nel tempo per 5 anni.
A questo punto diventa veramente  dura trovare del buonsenso in questo decreto.
Nella riforma manca quel salto in avanti per mettere il salvataggio italiano allo stesso livello dei salvataggi più evoluti nel mondo (USA, Australia, Spagna) e che possa caratterizzare l’assistente bagnanti italiano come un vero professionista del soccorso.
Le necessità del settore le avevamo individuate dopo una lunga riflessione portata avanti online con più di 150 assistenti bagnanti di tutta Italia nel 2016.

Le riassumiamo in questi paragrafi:

  • obbligo di certificato di idoneità fisica sportiva. Quello del bagnino è un lavoro che richiede picchi di intensità motoria e si sono già verificati casi di infarto fra i bagnini per cui il certificato di sana e robusta costituzione e/o simili non hanno una grossa valenza al fine di garantire la salute dell’operatore.
  • introdurre rescue board e rescue sup con prova per i brevettati “mare e lago”.
  • obbligo della presenza di un ente terzo esaminatore ( Capitaneria di Porto) alle prove in piscina anche per i brevetti “Piscina”.
  • introdurre la barella spinale e idoneità all’utilizzo.
  • introdurre obbligo al corso di oxygen provider.
  • obbligo di dotare gli assistenti bagnanti con cintura/giubbottino gonfiabile per garantirne la sicurezza durante il servizio.

Per quanto riguarda il rinnovo del brevetto:

  • deve essere annuale;
  • certificato di idoneità fisica sportiva (annuale);
  • superamento annuale di una prova fisica in piscina;
  • partecipazione annuale obbligatoria al corso/retraining BLS e prova su manichino da superare con successo.

Per alcuni bagnini queste proposte possono sembrare una follia ma sono la normalità in moltissimi paesi come USA, Gran Bretagna, Australia…