La storia dei lifeguards americani
A partire dal 1800 la balneazione è diventata un’attività popolare negli Stati Uniti con la costruzione di alcuni resort in posti come Atlantic City e New Jersey per attirare le persone dalle aree metropolitane interne che volevano sfuggire dal caldo estivo. Come aumentarono le attività sulla spiaggia così aumento l’incidenza degli annegamenti. Dai primi anni del 1900 furono circa 9000 le persone che morirono in USA a causa dell’annegamento in mare (Fonte: Croce Rossa Americana, 1994) .
Numeri impressionanti come l’annegamento di 18 persone in un solo weekend a Newport Beach e di 13 persone a San Diego in una tragica giornata di mare mosso.
La prima misura adottata per evitare annegamenti fu l’installazione dei cavi di sicurezza che però si rivelarono ben presto insufficienti.
Duke Kahanamoku, uno dei primi waterman originario delle Hawaii, ha introdotto la tavola di salvataggio tra il 1910 e il 1915, e il capitano Harry Sheffield del Sud Africa è accreditato per lo sviluppo del primo salvagente di soccorso (Croce Rossa Americana, 1994). Alcune cittadine assegnarono il compito dei salvataggi in mare alle forze di polizia ma alla fine si convinsero che la migliore maniera per utilizzare le risorse fosse quella di assumere uomini e donne addestrati appositamente per il salvataggio in acqua. Questi uomini e donne vennero chiamati “lifeguards” (bagnini di salvataggio). La mancanza di bagnini in ogni area portò alcune associazioni di volontariato come, ad esempio, la Young Men’s Christian Association (YMCA) a sviluppare un servizio di volontario già nel 1912. Un progetto simile venne messo in piedi, nel 1914, dalla American Red Cross Lifesaving che allenò molti nuotatori specializzandoli nel salvataggio e rianimazione. Entro breve divennero operativi il telefono a linea fissa ed il “dory”, l’imbarcazione di legno a remi, e successivamente le boe, il torpedo detto anche baywach.
Nel 1956 l’Australia venne scelta come sede delle Olimpiadi estive. I bagnini australiani decisero di tenere una competizione internazionale su invito. Alla chiamata aderirono bagnini dalla California e dalle Hawaii che per si presentarono sotto le insegne della Surf Life Saving Association of America (SLSA).
L’evento radunò 115.000 spettatori ed il leggendario “Duke” Paoa Kahanamoku delle Hawaii venne scelto come presidente onorario. Oltre ad americani e australianai parteciparono anche team di Sud Africani, della Gran Bretagna, di Ceylon e della Nuova Zelanda.
Come risultato da quella “contaminazione “ il rescue tube ed il baywach che erano stati ideate in California vennero “esportati” in Australia.
Nel 1964 nasce l’USLA sul modello dell’associazione di salvataggio australiana. L’obbiettivo è quello di aumentare e proteggere la professionalità dei bagnini e di migliorare le loro tecniche e mezzi. di standardizzare le pratiche bagnino della spiaggia ed educare il pubblico sulla sicurezza in acqua insieme a migliorare professionalità tra le organizzazioni del bagnino della spiaggia in tutto il paese.
Nel 1980, la World Waterpark Association è stata costituita per soddisfare le esigenze di parchi di divertimento acquatici. A seguito di questo, Ellis e Associati, attraverso il programma nazionale di Pool e Waterpark Bagnino Formazione, con sede specializzata acqua-park standard di salvataggio e programmi di certificazione. I datori di lavoro locali continuano a fornire una formazione bagnino in maggior parte delle spiagge di surf. La Croce rossa americana, USLA e Ellis and Associates hanno stabilito norme che sono universalmente adottate per la formazione dei bagnini.
I bagnini hanno evoluto la loro specializzazione anche in campo medico: partendo dalla rianimazione cardio-polmonare (CPR) e la formazione generale di pronto soccorso oggi, molti bagnini vengono formati per utilizzare strumenti salvavita all’avanguardia come il defibrillatore (DAE) e l’ossigeno portatile. In alcune comunità, i bagnini hanno assunto responsabilità di pubblica sicurezza più ampie come le forze dell’ordine.
Le principali organizzazioni di sicurezza acquatica negli Stati Uniti hanno sempre puntato sullla prevenzione attraverso la “catena della sopravvivenza“, piuttosto che sul soccorso come metodo primario per ridurre gli annegamenti. Educazione alla sicurezza pubblica e la supervisione in loco dai bagnini hanno contribuito a mantenere i tassi di annegamento bassi per 43 anni e hanno ridotto significativamente il numero di annegamenti negli Stati Uniti. Dal 1960, il numero di persone sulle spiaggia ed il numero delle persone soccorse dai bagnini sono aumentati costantemente, anche se il numero totale di annegamenti riportati sulle spiagge sorvegliate dai bagnini è rimasto relativamente stabile, con meno di 106 casi ogni anno (USLA, 2000).
Le stime indicano che oggi negli Stati Uniti i bagnini di salvataggio salvano più di 100.000 esseri umani ogni anno. Dati USLA mostrano la media di un annegamento per ogni 2.004 soccorsi a spiagge con bagnini di turno. Nel 1990, tuttavia, il rapporto migliorato a un annegamento ogni 4.832 soccorsi sulle spiagge sorvegliate da un bagnino. In questa casistica non sono considerati tutti gli interventi preventivi. Non vi è dubbio che l’addestramento dei bagnini professionisti ha avuto un effetto positivo sulla prevenzione così come la popolarità degli sport acquatici e quindi l’acquaticità della popolazione. Mentre il numero di americani che partecipano a sport acquatici è cresciuto enormemente da quando alla fine del 1800 e la popolarità di attività acquatiche è aumentato, l’incidenza annuale di annegamenti negli Stati Uniti è sceso da circa 6.300 persone nel 1981 a circa 4.000 persone nel 1998 (Nazionale Center for Health Statistics, 2000). Tuttavia, nonostante i progressi nelle tecniche di soccorso l’annegamento rimane una delle principali cause di morte involontaria, in particolare tra i bambini ed i giovani.
Nel 2014 l’intera comunità del salvataggio americana viene scossa dalla tragica notizia della morte per annegamento di un lifeguard in servizio. E’ la prima volta che avviene nella storia del salvataggio USA. Il lifeguard si chiama Ben Carlson e annega durante un salvataggio a Newport Beach, il pericolante viene salvato. Ben riceve i massimi tributi dall’intera comunità ed il suo ricordo resta uno dei punti cardine di qualsiasi lifeguard americano.