La liberalizzazione del sistema brevetti di salvataggio
Cosa succederà?
Il decreto emanato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti n. 206 del 29 luglio 2016, che regolamenta e norma l’individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine e al rilascio delle abilitazioni all’esercizio dell’attività di assistente bagnante, entra in vigore.
Cosa cambierà?
Andiamo per gradi: il sistema di certificazioni del brevetto di Salvataggio italiano è un oligopolio composto da Salvamento Genova, Federazione Italiana Nuoto e Federazione Italiana Salvamento Acquatico.
Tre didattiche che con programmi diversi ma affini insegnano ed hanno insegnato a generazioni di italiani la nobile arte del salvataggio. Il sistema è chiuso alla presenza di altre associazioni/ società per cui se una persona, maestro di salvamento certificato, avesse intenzione di fare corsi dovrebbe essere iscritto obbligatoriamente ad una delle tre associazioni/enti e rilasciare brevetti per conto loro.
Con il decreto questo sistema cambia e apre alla possibilità per altre associazioni/società di inserirsi nel mercato dei brevetti.
Quali sono gli scenari che ci aspettano?
Secondo la teoria economica le liberalizzazioni portano ad un’estensione dell’offerta, una maggiore competizione e un conseguente abbassamento dei prezzi di vendita. Per cui questo potremmo aspettarci: più corsi ad un prezzo più basso.
Ma quanto? Difficile quantificare. I corsi di abilitazione al brevetto di salvataggio prevedono che gli studenti svolgano un certo numero di ore in aula ed un certo numero di ore in piscina. Ambienti che hanno un costo di affitto, poi devono essere reclutati gli istruttori e ci sono dei materiali da mettere a disposizione degli allievi.
Insomma, tutto sommato, i costi di esercizio per le attività associative sono molti ed è difficile immaginare che ci saranno dei degli abbassamenti dei prezzi così importanti.
Cos’altro? Cerchiamo di essere franchi: ci sono due tipologie di persone che cercano di ottenere un brevetto di salvataggio. Quelle che hanno una propensione/vocazione/amore verso questa tipologia di mestiere e quelle che hanno un disperato bisogno di lavorare. La seconda tipologia di persone cerca un corso il più economico possibile ed il più semplice che gli permetta, senza troppo sbattimento, di avere l’accesso al mercato del lavoro del salvataggio. Quindi a parità di costo è possibile che una fetta di utenti cerchi il corso che gli dà accesso al mercato del lavoro nel modo più semplice possibile.
In base a questo ragionamento una tendenza che potrebbe verificarsi è quella di un decadimento della formazione degli assistenti bagnanti.
A fare da diga a questa possibile involuzione resta l’esame finale possibilmente sotto gli occhi attenti e imparziali di un ente terzo come è stato finora con la Capitaneria di Porto.
E’ tutto? Forse no. Una maggiore competizione potrebbe concretizzarsi non soltanto sulla battaglia dei prezzi ma anche su quella dei contenuti. Per cui potremmo trovarci a registrare una spinta nell’innovazione delle tematiche dei corsi. Forse, sempre che il programma non venga normato da un ente superiore, ovvero, il Ministero dei Trasporti ed Infrastrutture e troppo “imbrigliato” dentro troppo stretti confini.
Staremo a vedere ma lo scenario appare sempre più incerto … sempre che non ci siano dei colpi di scena di cui comunque vi terremo aggiornati.
Alcuni anni fa, con un sondaggio nella nostra Community elaborammo un sorta di proposta di riforma del sistema brevetti. L’abbiamo riletta. Ci sembra ancora molto attuale. La potete trovare a questo link.