Un altro anno giunge al termine. E’ stato difficile trovare un evento, un collega che abbia marcato maggiormente questo 2016… chiunque abbia salvato una vita o speso il suo tempo per farlo … è meritevole allo stesso modo! Ci abbiamo pensato un po’ ed alla fine ci sembrato ragionevole e sensato assegnare il premio di bagnino/a dell’anno alla lifeguard (socorrista) brasiliana dei Giochi Olimipici 2016. Un po’ annoiata ma presente e vigile. Il web, gli influencers e di seguito l’opinione pubblica si sono “accaniti” con una serie di post tragicomici sull’inutilità della presenza di questa bagnina alla competizione olimpica tacciandola come “INUTILE PRESENZA”, “SVOLGE UN LAVORO INUTILE” ecc ecc. Come se a un atleta non potesse venire un malore o come se si potesse derogare alla legge dato che ci sono delle competizioni di super atleti. Qualcosa di simile si è ripetuto nei mesi successivi durante i mondiali di Salvamento poiché se il bagnino è inutile ai mondiali di Nuoto figuriamoci ai mondiali di Salvamento!
E’ in chiave maggiore quello che succede spesso a noi, “poveri” bagnini italiani, con turisti e passanti che ci punzecchiano laconicamente con “ma tanto il mare qua è calmo”, “ma che ci state a fare”, “lo scorso anno ero in California … quelli sono bagnini!” ecc ecc. Molti di questi spavaldi rompicoglioni (diciamo le cose come stanno) non sono al corrente dell’importanza della figura del bagnino come riconosciuto dall’Istituto Superiore di Sanità e dai moltissimi casi di intervento che abbiamo avuto modo di registrare nell’ultima stagione.
E’ un lavoro duro, il nostro, e compreso – in molti casi- solo da chi a fine turno viene a ringraziarti per avergli salvato il figlio. E’ un lavoro, tanto per essere chiari, che nasconde mille insidie e se fatto con leggerezza non prevede una “romanzina” del capo ma una lunga trafila di Tribunali.
Il 2017 che arriva vedrà, forse, la riforma dell’intero settore. Alcuni dicono che porterà più burocrazia, altri che porterà più serietà. Lo scopriremo solo vivendo … ma come dice il grande Vasco prima di cambiare il mondo proviamo a cambiare noi stessi (“faremmo la rivoluzione”, che poi detto all’emiliana suona meglio) … quindi non sottovalutiamo mai il nostro lavoro, portiamogli rispetto e portiamone a noi stessi.
Non è da tutti fare un mestiere dove ci si adopera per gli altri e si può avere l’onore di salvare una vita!
Un abbraccio virtuale a voi tutti ed alla socorrista brasiliana!
Buona Vita!