L’allenamento del soccorritore: La preparazione fisica per il soccorso tecnico e sanitario extra-ospedaliero

«Il soccorritore si deve allenare!»

Il successo in un soccorso è dato dalla somma di tanti tasselli: le competenze tecniche, le procedure, la comunicazione, il lavoro di squadra e anche la preparazione psico-fisica degli stessi soccorritori; quest’ultima rappresenta proprio l’argomento che viene trattato in questo libro.

Non ho scritto questo testo con lo scopo di sostituirmi ad un preparatore atletico o un allenatore di specifica disciplina.
Se ti aspettavi una raccolta con schede e programmi d’allenamento preparati ad una delusione!

Ho scritto questo manuale al fine di portare nella comunità dei soccorritori quelle che sono le nozioni utili a far comprendere il perché e il come programmare un percorso di adattamento e mantenimento fisico, e sensibilizzare sui motivi per cui ciò sia indispensabile anche nell’ambito del soccorso.

Il mio intento non era quello di fornire una soluzione preconfezionata, bensì di portare una sintesi di conoscenze che possano guidare verso il proprio percorso, in base alle rispettive esigenze.

L’allenamento fisico è basato sul movimento, il quale a sua volta si basa su gesti motori. Ad esempio, uno di questi potrebbe essere il “calf raise”: sollevarsi sulla punta dei piedi.

Bene, per capire come fa un umano a sollevarsi sulla punta dei piedi bisognerebbe conoscere l’arto inferiore e in particolare la regione anatomica del polpaccio. A quel punto bisognerebbe conoscere i muscoli che ne fanno parte. A quel punto bisognerebbe capire questi muscoli di quali unità sono composti. A quel punto bisognerebbe capire qual è il meccanismo con cui queste unità si contraggono. A quel punto bisognerebbe capire da dove proviene l’energia per fare ciò. A quel punto bisognerebbe capire quali sono i meccanismi che producono questa energia. A quel punto bisognerebbe capire da dove e come arrivano le sostanze necessarie a questi meccanismi per poter funzionare.

Più che un loop infinito, si tratta di un ciclo di informazioni che non possono essere totalmente isolate tra loro se si vuol comprendere il fenomeno nella sua completezza.

Per questa ragione l’intera prima metà del libro è considerabile praticamente come una raccolta di nozioni introduttive. La motivazione sta nel fatto che, secondo il mio parere, non ha senso allenarsi senza comprenderne il significato, ed è per questo che ho trovato doveroso fornire innanzitutto dei cenni di biologia, anatomia, biomeccanica, biochimica, fisiologia, teoria e metodologia dell’allenamento.

Per quanto si tratta di materie ostiche, le nozioni sono trascritte in maniera sintetica e scorrevole, seppur col rischio di poter apparire a primo approccio pesanti per chi non conosce affatto questi contenuti e allo stesso tempo sembrare anche fin troppo elementari per chi già mastica le suddette tematiche.

La seconda parte del libro entra nello specifico, andando ad indagare le esigenze fisiche nell’ambito del soccorso in acqua, in montagna, in ambulanza, in ambito di antincendio e protezione civile.

Certamente un soccorritore acquatico sa nuotare con le pinne, un tecnico del soccorso alpino sa fare i nodi, un soccorritore sanitario sa maneggiare la barella, un addetto antincendio conosce i suoi dispositivi.

Sono figure professionali differenti, però c’è una cosa che le accomuna: tutte intervengono in situazioni impervie e pertanto tutte sono sottoposte ad uno stress fisico. Per questo il soccorritore, oltre ad acquisire una preparazione tecnica specifica per il suo ruolo, dovrebbe mantenere anche un’efficienza fisica attraverso un adeguato percorso di allenamento.

Lo scopo di questo libro non è quello di trasformare i soccorritori in atleti, bensì quello di analizzare i carichi fisici a cui sono sottoposti gli operatori nei diversi ambiti e trasmettere le conoscenze necessarie al fine di poter costruire il proprio programma di allenamento.