Il rullo di salvataggio ha ancora senso?
Lettere alla Redazione
Cari amici di Rescue Italia,
sono un bagnino veterano e vi scrivo per porvi una domanda. Nelle mie lunghe stagioni in spiaggia mi sono sempre trovato ad aver a che fare con il rullo per il salvataggio sotto la postazione. Non l’ho mai utilizzato, sembra uscito da un’altra epoca. Ha ancora molto senso?
Assistente Bagnanti Michele
Ciao collega Michele!
Ti ringraziamo per questa domanda.
Sì, il rullo sembra venire da un’altra epoca perché effettivamente viene da un’altra epoca! E’ uno dei primi strumenti del salvataggio. Probabilmente deriva dal sistema di recupero delle reti da pesca o delle ancore. Il concetto è semplice: un rullo avvolgi cima, una cima (possibilmente galleggiante) di almeno 200 metri e all’estremità un giubbino di aiuto al galleggiamento. Il resto di cui necessitiamo è un bagnino di salvataggio possibilmente con le pinne che si lancia nel recupero del pericolante ed una squadra a terra. Una volta recuperato il pericolante, la squadra a terra avvolge la cima fino a recuperare bagnino e pericolante.
Le leggende, anzi Wikipedia, narra che ha avuto la sua nascita in Australia nel 1906 e che i creatori, onore e gloria eterna, furono i signori Lyster Ormsby, Percy Flynn and Sig Fullwood.
Il rullo per il salvataggio ebbe una discreta fortuna in Australia ed USA nelle prime decadi del 900′ ed uno dei suoi momenti di gloria si verificò durante il Black Sunday di Bondi, il più grande salvataggio di massa in mare.
Oggi in quelle aree viene quasi esclusivamente utilizzato come simbolo dei club di lifesaving o alle competizioni di bagnini. Non è più uno strumento operativo.
Ed anche nel resto del mondo è, ormai, uno strumento ormai poco utilizzato.
In Italia continua ad essere presente su alcuni tratti di costa perché previsto dall‘Ordinanza di balneazione. In moltissime ordinanze la presenza del rullo può essere sostituita da due rescue can.
Noi non siamo dei grandi fan del rullo, il vincolo della fune può ingarbugliarsi fra le gambe, andare a creare problemi ad altri soccorritori oppure impedire al soccorritore di raggiungere il pericolante qualora la corrente lo abbia ulteriormente allontanato ad una distanza maggiore di quella della fune del rullo.
Sul web ci sono alcuni salvataggi fatti con il rullo ma tutti sembrano estremamente lenti e macchinosi e fatti con un mare facilmente affrontabile con rescue can e pinne o con qualsiasi altro mezzo.
Insomma forse è il momento, come direbbe Indiana Jones, di mettere il rullo in un museo!“.
Ad ogni modo, fino a che sarà previsto dalle Ordinanze di Balneazione … lo troverete anche sul nostro shop!