Quali sono i segreti per diventare un buon lifeguard ed un buon istruttore?
… ne parliamo con Davide Gaeta!
Ci siamo imbattuti già da tempo in Davide Gaeta, uno dei personaggi più influenti e conosciuti nel panorama nazionale del soccorso acquatico; istruttore di salvamento, da tempo in servizio per la Croce Rossa Italiana di cui è istruttore e soccorritore OPSA (Operatori Polivalenti di Salvataggio in Acqua), abbiamo avuto modo di conoscerlo attraverso le sue attività e grazie alla sua presenza nei nostri workshop.
A distanza di tre anni dalla prima volta in cui l’abbiamo intervistato è passata, letteralmente, tanta acqua sotto i ponti … anzi, in piscina! Abbiamo avuto modo di seguire Davide anche nella sua “vacanza” a Malta e vogliamo riproporgli qualche domanda per capire come affrontare meglio il nostro lavoro.
Ciao Davide! Quale è stato il tuo primo brevetto?
Se parliamo dell’ambito acquatico in generale, a parte quelli tradizionali della scuola nuoto, il primo certificativo credo sia stato a 15 anni l’Open Water Diver (1° Livello da subacqueo).
Quando sei diventato istruttore di salvamento?
All’età di 18 anni, feci l’esame qualche mese prima del diploma.
Tra i tanti corsi che hai frequentato qual è quello che ti è piaciuto di più?
Novembre 2016 con la ISA (International Surfing Association) si tenne un corso sul rescueboarding in Versilia con dei lifesaver australiani; uscimmo con delle onde tostissime (e un freddo non da meno..)
Preferisci l’acqua clorata o l’acqua salata?
La piscina è fondamentale per il perfezionamento tecnico e per l’allenamento fisico, inutile negarlo; se si vuole poi svolgere una professione attinente il mare, l’unica palestra resta il mare stesso, con le sue molteplici variabili tipiche di un ambiente della Natura.
Quali sono secondo te le caratteristiche di un buon lifeguard?
Se vuoi diventare un professionista, il conseguimento del brevetto deve essere soltanto la punta dell’iceberg, indipendentemente dalla didattica di provenienza.
Punti chiave dovranno essere:
– fare retraining periodico delle skill acquisite;
– frequentare anche altri corsi;
– praticare sport acquatici, come il surf;
– uscire in mare durante l’anno con tutte le condizioni, con le dovute precauzioni e con altri colleghi, mai da soli;
– mantenere uno stile di vita coerente alla mansione che si svolge, può sembrare scontato ma è un elemento che ho trovato spesso bypassato..
E quali i requisiti di un buon istruttore?
– Innanzitutto esercitare nel settore come professione e non come hobby perché difficilmente lavorare in tutt’altro campo può lasciarti il tempo necessario per raggiungere gli standard essenziali a diventare un tecnico;
– Andare in acqua 120/150 giorni l’anno, credo sia il “prezzo minimo da pagare” per definirsi un istruttore autorevole capace di formare altri;
– Aver ricevuto formazioni diverse sullo stesso argomento ed aver avuto esperienza diretta su qualunque cosa si vada ad insegnare.
La passione è un valore aggiunto ma la competenza è imprescindibile; in questo settore c’è in ballo la vita umana, prima del soccorritore e poi del pericolante, e spesso purtroppo ci si dimentica di questa cosa.
A distanza di tre anni, cosa ne pensi ora di Rescue Italia?
Come scrissi già ai tempi, sono contento che esista una community indipendente che unisca gli appassionati e che promuova questo mondo…quindi bravi! Continuate così!
Davide è una persona super appassionata del nostro mestiere, un vero tecnico capace di dispensare buoni consigli e mettere ogni lifeguard di fronte allo stress mentale e fisico necessario per affrontare ogni situazione al meglio (proprio come fa nei nostri workshop). Se lo volete seguire, oltre ai social, potete anche leggere il suo blog ricco di articoli tecnici del settore www.davidegaeta.com!