World Conference on Drowning Prevention 2019

Il report

Sì è tenuta la “World Conference on Drowning Prevention 2019“, il principale meeting mondiale di analisi sugli annegamenti che ha visto la partecipazione di numerosi esperti da tutto il mondo. Sono stati pubblicati finalmente pubblicati gli abstracts delle presentazioni tenutesi questo Ottobre a Durban, in SudAfrica e così possiamo capire di cosa si è parlato.

Buona parte degli interventi, tra i quali quelli del World Health Organization (WHO) (OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità) sono di pura natura statistica, in primis dal rilevamento del numero di annegamenti annuali nel mondo (sceso a circa 360.000, di cui il 97% nei Paesi in via di sviluppo).

Si ribadisce in più occasioni la moderna definizione di “annegamento” (trad. = insufficienza respiratoria da immersione/sommersione in liquidi) e di come l’ ILCOR lo differenzi esclusivamente in “Fatale” e “Non-Fatale”, eliminando le vecchie definizioni “Primario/Secondario”, “Asciutto/Bagnato”, ecc.

Tanto spazio è dato al concetto di prevenzione e di come le capacità natatorie di base, qualora insegnate in massa durante l’età scolastica, potrebbero abbattere notevolmente la mortalità in acqua, soprattutto inserendo il salvamento nella scuola come nuoto tradizionale e non in coda all’apprendimento delle quattro nuotate.

Altro rischio noto su quale è opportuno continuare a sensibilizzare è quello del “Drink and Drown Risk” ovvero del problema dell’abuso dell’alcool e di quanto influisca sulle sorti del pericolante. Questo è un aspetto già massicciamente affrontato nel mondo anglosassone e che sta prendendo piede anche da noi.

Un intervento condiviso è dedicato al BLS, evidenziando come nei corsi per soccorritore acquatico venga dato tanto peso esclusivamente alla rianimazione cardiopolmonare (certamente fondamentale), a scapito di altri aspetti altrettanto importanti, considerando oltretutto che “solo un intervento su 112.000 dei lifeguard richiede la CPR [cit.]”; non viene in ogni caso trascurato il fatto che nella persona annegata la minaccia ipossica abbia la precedenza.

Per quanto concerne le tecnologie, le più interessanti:
“Drowning Detecion System” un sistema di telecamere capaci di rilevare una persona priva di sensi in piscina e dare l’allerta, con una bassa casistica di falsi allarmi;
“Rip Current Detection by I.A.”, telecamera fissa da spiaggia con sensori in grado di rilevare le correnti sottocosta ed allertare in caso di pericolo;
Teche con RingBuoy (Salvagente anulare) e sistema di allerta delle autorità competenti, da installare sulle spiagge libere non sorvegliate, come avviene già con i defibrillatori pubblici;
Torrette di chiamata bagnante-lifeguard’s team, come quelle già previste in Italia nei Sistemi Integrati di Soccorso Balneare, dotate però di videodisplay, camera con zoom, strobo, anemometro ed altro;
“VR – How to Survive in a Rip Current”, visore in realtà virtuale capace di farti provare l’esperienza della rip e del soccorritore che ci si immerge, restando però comodo e all’asciutto;

Tante società di lifeguards, tra cui Royal Life Saving Society Australia, Surf Life Saving Australia e Los Angeles County Fire Department, Lifeguard Division, hanno presentato i loro standard di accesso ai corsi, i percorsi formativi e l’organizzazione del salvataggio in acqua nei loro territori.

Di argomenti utili ne sono stati trattati tanti, dalla geomorfologia delle coste ai tempi di tolleranza dell’ipotermia, dagli incidenti da nautica da diporto alle competizioni di Search And Rescue.
La prossima tappa della conferenza biennale targata International Life Saving Federation (ILS) si terrà nel 2021 a Colombo, in Sri Lanka.

E’ tutto, ringraziamo il nostro “inviato” Davide Gaeta che non è stato presente alla conferenza ma ha tradotto ed analizzato tutti i documenti! Bravo Davide!